Ieri una donna di 31 anni si è tolta la vita perché un suo filmato porno, registrato con il suo consenso e spedito da lei per prima ad alcune amiche via whatsapp, è diventato virale nel web. Questo è quello che hanno raccontato, grosso modo, i giornali, tutti, ieri. La colpa è del web nel migliore dei casi, nel peggiore la colpa è della donna che non doveva girare il video, o che non doveva proprio fare quel pompino cosi non ci sarebbe stato alcun video.
Il problema è il sesso. Non il video, non il pompino, non il web. Il sesso. Il velo occidentale. Quella cosa che possiamo fare, ma non possiamo raccontare, che non si dice.
E ne so bene qualcosa io, che da tre anni sono in sedia a rotelle. E scopro che se racconto a qualcuno che vado a letto con un uomo vengo guardata come fossi marziana.
“Ma perché, scusa, voi disabili potete fare sesso?”
Oh toh. Pensa. Si. Anche noi disabili facciamo sesso. Sorpresa.
E lo facciamo esattamente come voi, se abbiamo la fisicità per farlo, o ci inventiamo altri modi, se la nostra patologia o disabilità ci limita in qualche cosa. Ma lo facciamo.
Ma non possiamo dirlo. Scherziamo? Un disabile. Così carino, dolce. Sempre bravo per assunto. Fare sesso. No no, non si può dire.
Perchè se io donna dico che faccio sesso e faccio un pompino al mio uomo scateno l’inferno, se per di più sono anche in sedia a rotelle, figurati.
Se iniziassimo a uscire dagli schemi cattolici che ci dicono che fare sesso è cosa non buona, che “certe” cose non si fanno, forse Tiziana non sarebbe morta.
Del resto a voi cosa cambia se io faccio o non faccio sesso? Se io faccio o non faccio un pompino? Se io voglio o non voglio farmi filmare? Se io voglio o non voglio mettere in rete il mio filmato? A voi cosa interessa? Voi potrete comunque continuare ad avere il vostro monotono rapporto se volete.
Tra i disabili la richiesta di un assistente sessuale è da tempo che viene fatta. Perché questa mentalità che noi disabili non si faccia sesso ha creato, come risultato, che un normodotato non ci veda come appetibili per “una scopata”. Credete forse che a noi, uomini e donne, non venga voglia di farci una semplice e sana scopata? Siamo esattamente come voi, con gli stessi impulsi e le stesse necessità.
Magari si iniziasse a parlare in modo diverso di tutto quello che riguarda il sesso. Si iniziasse dall’ammettere che, in fondo, un pompino, lo abbiamo fatto tutte, e che nessuna disdegna di farlo ogni tanto.
E se qualcuno non l’ha mai fatto, beh, peggio per lei. Si è persa un bel divertimento. Prima, durante e dopo.
Intanto per fortuna spuntano eventi interessanti come questo, alla Triennale di Milano. O come il bellissimo progetto di Valentina Tomirotti e Micaela Zuliani, di cui ho raccontato qui e che vedete nella bellissima foto che ho messo come copertina per questo pezzo.