Da quando sono diventata mamma, 21 anni fa, ho letto almeno una decina di libri. Ogni genere di libro che mi potesse dire come fare ad essere un genitore migliore. Sono entrata anche io nella spirale del “mito del genitore perfetto”. Mi ponevo mille domande: meglio un genitore presente, una mamma a casa, che non lavora, ma c’è sempre o un genitore che lavora, una mamma che lavora, soddisfatta del suo lavoro, che però deve togliere del tempo ai figli? Meglio tanto tempo con loro, con il rischio di annoiarsi e annoiarli, o meglio poco tempo ma speso bene? Credo che ogni mamma sia passata da queste domande.
Ora di figli ne ho tre. Ho cercato con ognuno di loro di portare avanti dei comportamenti, dei modi di fare che fossero i migliori, quelli più vicini a quelli perfetti. Volevo, per dirla in altre parole, concorrere al posto di “miglior mamma del mondo”.
Per fortuna, continuando a leggere e studiare, mi sono resa conto che non esiste il genitore perfetto. E’ un mito e come tale è impossibile da raggiungere. Anzi no. Non è impossibile da raggiungere, semplicemente non esiste una regola d’oro che vi permette di essere il genitore perfetto sempre e con tutti i vostri figli.
In pratica, vi sarete sicuramente resi conto da soli che una soluzione che adottate con un figlio non va bene con un altro, anche se le condizioni restano le stesse. Stessa casa, stesso lavoro, stesso ambiente, stessa scuola, stesse maestre e, nel caso aveste dei gemelli, anche stessa classe, stessi vestiti. Eppure quello che fate con uno non va bene con l’altro. Lo so. Me ne accorgo anche io ogni giorno. Avendo tre figli. All’inizio mi dicevo che le cose fatte con il primo, maschio, non andavano bene con la seconda, perché era femmina. Ma ora, che ho un’altra figlia femmina, mi rendo conto che non vanno bene nemmeno con questa. Non esistono comportamenti seriali che possiamo mettere in pratica per far andare tutto bene ed essere sicuri di avere buoni risultati con i nostri figli.
Esistono però dei comportamenti che possiamo adottare su di noi che ci aiutano a far capire ai nostri figli che possono sempre contare su di noi. Possiamo essere presenti anche se siamo a chilometri di distanza. Basta volerlo. Da entrambe le parti. E smettiamola di colpevolizzarci se qualcosa non va come vorreste. Semplicemente, se siamo stati noi stessi, se abbiamo trasmesso ai nostri figli che siamo presenti, che siamo con loro, le cose andranno come devono andare. Come le vogliamo noi non sempre è il modo in cui è giusto che vadano. Dobbiamo iniziare a pensare che avere dei figli non vuol dire avere dei piccoli noi. Non sono loro che dovranno rimediare ad errori commessi da noi, o che dovranno fare lo sport che piace a noi, o studiare quello che avremmo voluto studiare noi. Dobbiamo solo capire che loro sono loro e noi siamo noi. Dialogo. Ci vuole dialogo. Sempre. E condivisione. Una buona via di mezzo tra il modello di genitore autoritario, fermo, che decide tutto e guai a chi non fa come vuole, e un genitore permissivo, che lascia fare qualsiasi cosa ai figli, perché così non avranno mai da ridire su nulla. Dobbiamo imparare la via di mezzo. La disciplina positiva.