Ore 4:32 - strada deserta. Si parte per Roma, ospedale Fatebenefratelli San Pietro. Il programma degli esami da fare ancora non lo conosco. Di sicuro alle 12 è previsto l’incontro con la psicologa. Sono già stata operata una volta al Fatebenefratelli, avevo meno di 18 anni. O forse 18 appena compiuti. Era inverno. E mi rifecero un ginocchio. A Milano.
Questo intervento, a detta dei medici, è ormai ordinaria amministrazione. Per loro.
A me cambierà la vita. Cambierà le abitudini. Cambierà il guardaroba.
Ore 8:00 - sono in ospedale già da un’ora. Ero la prima. Dopo di me altre tre persone. Una sicuramente si sottoporrà allo stesso intervento di riduzione dello stomaco cui mi sottoporrò io. Dice di aver paura. Io ho più paura della gastroscopia che devo fare oggi. Anzi no. Non ho paura. Sono terrorizzata. Passi tutto il resto ma la gastroscopia non riesco a ‘mandarla giù’. Intanto, dopo aver fatto prelievo e radiografia torace, aspetto di fare l’ecografia addome, reni e fegato. Dal reparto mi hanno dato anche una serie di carte da compilare. Una di queste è un questionario clinico in cui compare la domanda ‘si sente affaticata quando fa le scale?’. Sono indecisa se rispondere ‘Io no, ma chi mi solleva si’ oppure ‘Dipende. Se le faccio a braccia un pochino di fatica la sento’.
E mentre io aspetto, digiuna, dietro di me due infermiere stanno allegramente facendo colazione. Alla faccia mia.
Ore 14 - Finalmente esco dall’ospedale. Il primo giorno di DH è andato. Fatta anche la gastroscopia. Con anestesia. Ho dormito e non mi sono accorta di nulla. Era la cosa che temevo di più. Ho passato la mattinata in ansia, con la paura di sentire male e stare malissimo. Invece c’era l’anestesista. Appena sono entrata mi ha messo l’ago e poi, una volta sdraiata, mi ha iniettato qualcosa che mi ha stesa. Quando mi sono svegliata era tutto fatto.
Comunque una cosa la voglio precisare: personale simpatico, gentile, educato e, soprattutto, comprensivo. Ho scelto bene.
